Cresce la protesta di acconciatori ed estetisti, la CNA: “Faremo pressioni a ogni livello per riconsiderare i termini delle riaperture”
Una sorta di sollevazione in tutta la provincia di Pesaro-Urbino dopo la firma dell’ultimo DPCM, con il quale si rinvia al primo giugno la riapertura delle attività che si occupano della cura e benessere della persona.
“Facendoci carico della rabbia e del disagio della categoria – afferma il segretario della CNA di Pesaro e Urbino, Moreno Bordoni che è voluto scendere in campo personalmente – ci adopereremo in tutte le sedi affinché la categoria non venga ulteriormente penalizzata, chiederemo con forza, attraverso un accorato appello anche alla Regione Marche e insistendo a livello nazionale anche sul Governo e facendo leva sul fatto che la parabola del contagio è da tempo in discesa, una diversa programmazione della ripresa delle attività in modo da consentire ad acconciatori e centri estetici una riapertura più ravvicinata nell’ambito della calendarizzazione dell’avvio della fase 2. È incomprensibile come nei loro confronti ci sia una totale disattenzione da parte del Governo.La CNA chiede che acconciatori ed estetiste possano riprendere a breve la loro attività. Il comparto, a tutela di clienti e dipendenti, può già offrire tutte le garanzie necessarie a riaprire saloni di acconciatura e centri estetici nella massima sicurezza, rispettoso delle più rigorose norme e procedure igienico-sanitarie.Se il Governo ritiene che debbano essere definite ulteriori condizioni, che le definisca da subito per consentire di riaprire al più presto. Le imprese sono ormai allo stremo delle forze e le loro condizioni finanziarie sono così gravi da destare preoccupazione anche sul fronte della tenuta sociale di scelte scellerate come quella di una chiusura così prolungata.Le imprese non riusciranno a resistere ancora per molto. È quanto mai necessario che il Governo dia subito segnali chiari e risposte certe.La disperazione si sta trasformando in rivolta. Chiediamo al Governo di lanciare un messaggio immediato rassicurando le imprese sulla definizione di una prossima, e certa, riapertura. Stiamo parlando di un settore in ginocchio, che è stato uno dei primi a chiudere i battenti, alle prese con un notevole danno economico e con l’insidia dell’avanzata e diffusione dell’esercizio abusivo della professione. Rispetto a questo fenomeno, che ha anche una rilevanza sociale in quanto mette a repentaglio la sicurezza pubblica chiediamo – conclude il segretario della CNA – che le autorità competenti intensifichino i controlli per arginare questa pratica illegale, che, lo ribadiamo, non è solo una questione di concorrenza sleale”.